6.9.04

Note Nella Notte

Ero tentato dal produrre in questa notte buia e quasi tempestosa un esercizio di stile magari prendendo a modello i miei cari amici che chitarra alla mano stanno percorrendo una decina di chilometri a piedi per tornare a casa. Mi rincresce non averli potuti accompagnare, ma guidare con lo specchietto penzoloni potrebbe attirare la curiosità di qualche tutore dell'ordine che in condizioni normali non si applicherebbe mai a sollevare la paletta per fermarmi.
Ma perché mai sono quà?
Non ho sonno. Ho dormito molto oggi aspettando magari un segno da Kikka che prodiga e magnanima girava per la provincia lombarda con un'amica.
Mi spiace che abbia pensato che io possa essere geloso, o possa farmi prendere da una mancanza di fiducia nei suoi confronti. L'ho chiamata: mi mancava la sua voce. Non effacile abituarsi al silenzio di casa mia dopo 40 giorni in cui la sua presenza è stata pari alla mia ombra anzi di più perché se al buio l'ombra si confonde lei è stata il mio faro nella notte, la mia guida e il mio sostegno.
Vi immaginate il Comitato Samuelesko che mi tiene la mano mentre mi curano il primo dente? Io no, anche perché in anni di mefistofeliche apparizioni nulla ha lasciato intravedere di se. Kikka c'era: c'era quando mi sentivo magari un poco già di corda, c'era quando avevo bisogno di coccole o quando non avevo voglia di andare a prendere un cordless che squillava di primo mattino. C'era Kikka a ricordarmi cosa fare ogni giorno e a proggettare con me quello che poi avrei puntualmente disfatto, per pigrizia, forse per ignavia o per errore. Insomma Lei paziente e dolce era lì, anzi che dico era qui. Ma quand'è che torna?