4.1.05

Si Viaggiare

Mi sembra ieri quando scrivevo le mie prime lettere alle
amichette lontane, proprio poco fa parlavo con Narses, di
viaggi e delle lontane città italiche, dei viaggi, del
farsi ospitare dagli amici e dei giri che ero consueto
fare anche ogni 15 giorni. Per cultura, per politica, per
amore, per lavoro ogni scusa era buona per montare su di
un treno, un autobus o un'aereo, ma perché no su di una
diligenza e via per un'altra avventura. Voglio tornare a
viaggiare, quest'anno se Dio me ne concederà la grazia e
se avrò nuovamente la disponibilità economica riprenderò a
viaggiare. Mi manca Palermo come l'Umbria, solo che il
fronte palermitano come quello umbro sono radicalmente
cambiati. Nella Capitale del Regno non c'è più l'allegro
compagno che si mette a cantare l'opera in tedesco per
strada, e a lu centru di lu mundu non so se mi sentirei a
casa come un tempo, il bando è per gothamcity, come l'ha
chiamata ieri zio Gigi, proprio sul trentottesimo
parallelo nord, mentre si parlava di una lontana amica
partita per conquistare la città, finendo tra le braccia
di un altro meridionale! Gotham, quante avventure anche
là, ma perché no la Caput Mundi, Roma, che non vedo da
marzo dello scorso anno e che mi ricorda che sono un uomo
fedele pur con la tentazione a portata di mano, che mi
ricorda se vado ancora indietro nel tempo, che so
innamorarmi di un cielo pieno di stelle che si riflette
negli occhi di chi mi conduce fuori porta per una nottata
che mi sarà difficile dimenticare e che ahimé non potrei
certo narrare ai miei nipoti. Voglia di viaggiare,
stavolta, perché non ho più da chi fuggire o verso chi
fuggire. Gli amici lontani non li frequento da un pezzo, e
inserirmi nel giro sarebbe forse difficile, non conoscendo
più nemmeno mezzo pettegolezzo e senza credenziali. Si ero
uno che viaggiava con un cospicuo pacchetto di
credenziali, oggi no, vorrei viaggiare come VinSaint e
basta, dire che ho un fondaco spesso zeppo di gente e che
servo cioccolata calda con menta o con liquori che
provengono da regioni dai nomi esotici. Vorrei sapere
suonare la chitarra, ma per questo potrebbe esserci
Narses, io farei una diversa prova in intrattenere, magari
come una volta con Giorgia (si, quella!) nel ventre della
Lupa, senza che nessuno ci riconoscesse. Vorrei prendere e
andare a trovare un abbraccio, ma non so nemmeno dove
cercarlo. Al momento mi si spalancherebbero poche braccia
forse un paio solo, ma la storia è di quelle che si
configurano impossibili e non ho ancora ritrovato la forza
di lottare, figuratevi se quella di reagire agli "occhi di
Murano" che mi si presentano come iridescenti cristalli
nel pallore di una luna che non mi è amica ma che mi ha
illuso di essere amante. Non so abbandonarmi alla passione
senza il sentimento e non reggerei un'ennesima illusione
in questo momento. Che lagna che sono... Intanto devo
progettare una fuitina lavorativa per Catania, presentarmi
come si deve al mio nuovo caposervizio, ma sarei con
genitori a carico e mi scoccia solo il pensiero, io
viaggio da solo, o con compagni di ventura!!!