6.6.05

Buffuniamu

"La seta dei miei capelli per tesser la trama,
in questa notte illune mentre sale la bruma.
Tre nodi per fissare i concetti,
che il tuo pensier non abbia difetti.
Invoco l'acqua per lavarti dagli affanni,
l'aria ché soffi l'aduso verbo frutto degli anni
di studio e il fuoco affinché forgi nella tua mente
pensieri ispirati e dalla logica del tutto coerente,
infine gli spiriti della terra chiamo al tuo cospetto
per dare fondamento ad ogni tesi e seppellir ogni difetto.
Tre unghie per artigliar nella mente la scienza
nel mio mar che di ascoltar questa prece ha la pazienza.
Il mio volere e il tuo si faccian tuttuno
mentre offro per il mio desio ai piedi del tuo celste trono.
Non celare il tuo raggio Mia Amica e Sorella
illumina la sua e la mia mente che brilli ancor come fosse stella.
Mia Signora per tre volte chiedo la Tua presenza
per tre volte chiedo protezione
per tre volte indietro scacciam la superstizione
tre volte nel bene, che non volge al male
tre volte nel cuore, tre nella mente il tuo sguardo virginale."

In un buio anfratto echeggiano le parole miste ai fumi di un calderone che ribolle sulla fiamma perpetua. Ecco che una volta ancora una richiesta si indirizza alla Signora dal pallido sembiante, cura di ogni ambascia, fortitudo nel cammino e luce che rischiara la mente. Viola come il pensiero scorre adesso dagli alambicchi alle fiale un liquore arcano, la parola che invera il pensiero, l'alchimia di una strega che sovverte il corso delle cose affinché un CONTENITORE sia colmo e ben ordinato nel suo contenuto. Il fluido ribolle, si distilla, si purifica, passa per le torture delle serpentine per condensarsi in una bolla, da li scivolando verso la sua fialetta empie lo sguardo della giovane pagana che osserva con stupore la transustansiazione nel suo inverarsi.