2.6.05

Voglia di viaggiare III

È la terza volta almeno che parlo della voglia di viaggiare che mi assale, ad amplificarla la foto e il commento di Damiano (linkomodato). Io vivo in un posto denso di bellezza e distoria, la Magna Grecia. Una malattia molti secoli orsono colpiì uin vecchio mercante, che andò in rovina avendo perso la luce dei suoi occhi. Per tornare in patria dalla mia terra quest'uomo dovette racimolare quel che poteva accettando l'ospitalità dei possidenti, e regalando in cambio il racconto dei suoi viaggi per il mediterraneo. I paesaggi più belli erano quelli in cui vivevano gli esseri mitologici:
Ciclopi - la riviera jonica a nord di Catania
Efesto - L'Etna
Scilla e Cariddi - Fuori dalla mia finestra
Eolo - Arcipelago delle isole Lipari (eolie)
Diana - Bosco di Caronia (si quello dei fenomeni di combustione spontanea)
e Così via discorrendo per tutto il Meridione d'Italia, qualche capatina in Spagna e nel Nordafrica...
E la Grecia??? La madrepatria? Una terra brulla fatta per le caprette con uliveti e macchia mediterranea, percorsa da profonde guerre fratricide. Omar "il cieco" passò alla storia come Omero ("Privo della vista" dicono ancora oggi a scuola) forse tornò in qualche isoletta o in qualche oasi, ma i suoi occhi ormai privi di senso erano stati i testimoni dei paesaggi più belli del mondo di quei tempi.
Oggi non vorrei essere né in Spagna, né in Grecia o in Nordafrica, in Egitto o in Medioriente, magari mi basterebbe fare un salto lontano dalla quotidianità. Potrei trovare tutto il mondo a Palermo nello sguardo di una persona come nel prospetto di qualche chiesa in cui si leggono (come in quegli occhi di cui sopra) il passaggio dei Saraceni, dei Normanni, degli Ebrei, degli Spagnoli, dei Greci, dei secoli, dei millenni e il tempo di bloccherebbe in uno sguardo.
Dov'è la bellezza amico diario? Quella vera è dove si poggia il nostro sguardo più puro, dove il cuore dopo aver corso come un pazzo a ritmo di tarantella, con la controdanza di tutta una vita, trova requie in un largo tango pieno di passione.

Colonna sonora: Barbiere di Siviglia - Rossini

2 Commenti:

At 4:34 PM, Anonymous Anonimo ha scritto...

Io, invece, mi fermo. Un istante.
E mi riapproprio della parola.
Mi ti figuro ai piedi del vulcano più alto d'Europa; tra Scilla e Cariddi; a spasso a mirare splendide espressioni di barocco siciliano; a mangiare la granita osservando il mare non più d'inverno; ad ascoltare Rossini...
ottima scelta.
un abbraccio

 
At 11:02 AM, Blogger TBO ha scritto...

Uhmmm la granita! Ancora per mia cattiva disposizione alle relazioni sociali non ne ho mandata, ma del barocco potrei mandarti un sacco di foto fatte giusto ieri.
Mi chiedo se la granita è neoclassica o barocca. Io associo il nostro barocco al gusto particolare del cioccolato Atzeco che si produce a Modica, secondo l'antica ricetta sudamericana di millenni orsono.
Ma forse il barocco siciliano è un cannolo ripieno di ricotta e scaglie di cioccolato amaro...

 

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