29.7.05

Il ritorno in patria

Da qualche giorno sono tornato alla solita vita quotidiana, il lavoro, il giornale, e gli amici di ogni sera. La vita del vacanziere mi manca non poco, questo è certo, ma anche le serate con gli amici non sono niente male. Oggi ero sommerso dalle segnalazioni per il giornale, ma ovviamente ho potuto passare solo un pezzo, che peccato!
La notte scorsa, contrariamente all'uso di stare in spiaggia a cantare con la chitarra le canzoni più malinconiche del repertorio, come tanti lupi che ululano alla luna, siao stati in un lido non distante dal "Centro del Mondo", una cosa strana vedere un privé sulla spiaggia con divani e materassi per rendere confortevole il cocktail di turno. Lieta sorpresa è stata quella di ritrovare il Fratellone Joaopedro proprio in quel lido. Un poco scioccato dopo ilprimo giorno di lavoro in cui ha rischiato di saltare in aria per un pacco bomba alle poste centrali della città. Che tormento questo periodo di terrorismo generale, in cui tutte le colpe e le cattiverie del mondo trovano il capro espiatorio maomettano, caffettano, con sette mutande che attende il paradiso con le settantasette vergini...
Tristezza sentir parlare qua e la del sogno della serie A del Messina che deve ripartire dal nulla!
E allora si ricomincia a lavorare con la cronaca e con le stampe sulle magliette dei tornei estivi non più organizzati da quell'"incompetente" (ormai) ex-presidente della Consulta Permanente dei Giovani... E una chattata malinconica sui bei tempi, parlando con la Luna che ci ricorda dalla sua Gotham City e che si ostina a fare la vecchietta, dolce, bella e romantica come sempre...
L'aria è troppo calda, il capo è in fiamme, ricomincia l'incubo degli incendi e giusto oggi il vento si è alzato tanto per tediarci con la cenere e i lapilli che arrivano ogni dove.
Vado a lavare la macchina, ma prima carico il lettore di MP3 con non so ancora che brani.