20.2.05

Gli uomini e la buona creanza...

Nel freddo paese di Neverwinter arriva un piccolo gruppo di musicisti, bardi di consumata esperienza con strumenti a molto particolari e ben temperati. Opahla ha organizzato per intrattenere i suoi clienti una loro esibizione dal vivo. Prima che la cena sia servita nella sala "ampietas" i musicisti si dispongono e cominciano ad accordare gli strumenti. Dalla cucina giungono i rumori di pentole e pentolaccie, rimestare e qualche scodella che cade nella premura della granserata. Viene imbandita sul bancone una serie di piccoli assaggi di focaccia o pane con intingoli strani o muscoli di vari animali salati ed essiccati, poi tagliati in maniera molto sottile. Le fettine sottilissime e il pane intingolato sono tenuti da sottili scheggie di canna. Si vedono colori straordinari sul bancone e le caraffe sono odorose e piene, le cameriere stanno mettendo dei bicchieri già pieni a disposizione di coloro che scendono dalle camere. Intanto qualche nota comincia a scappare dagli strumenti che vengono pizzicati.

mokarta [Stanza] alla fioca luce di poche candele un corpo nudo di donna esce da una tinozza fumante, le carni chiarissime ed esili, i capelli raccolti a crocchia, la gufa porta un telo molto grezzo di cotone alla sua padrona, lasciandolo cadere sulle sue braccia tese. La pelle tersa e profumata promana ancora un poco di vapor acqueo, mentre la ragazza si asciuga tamponandosi leggermente. Dal basso provengono delle note strane, come di bardi che accordano i loro strumenti. Le luci delle candele si moltiplicano nella specchiera che ora riflette il sembiante della giovane aristocratica. Con un gesto della mano, Mokarta scioglie i capelli che ricadono dolcemente sulle spalle, come a coprire un segno particolare sulla nuca. »Forse ci sarà una festa questa sera è bene che prenda l'abito migliore« pensa tra se e se la bellissima ragazza stendendo un unguento profumato sulla pelle e colorando di mattone le labbra, di melagrana le gote e di blu notte le palpebre, con tocchi leggeri e sapienti.

Fiore infilati dietro la cintura se ne stanno i guanti di cuoio, anch'essi di buona fattura, ma decisamente più funzionali ed utilizzati degli abiti che indossa, seppur la praticità permei come l'eleganza ogni cosa che ricopre il mercenario vestito da mercante... che avanza ora per la sala, qua e la muovendo, volgendo gli occhi di smeraldo, il volto rasato, segnato sulla gota sinistra da una lieve cicatrice... osservando, i volti nuovi e vecchi di avventori... e il nuovo gruppo di bardi... le improvvisazioni che nascono dall'accordatura degli strumenti... e su di essi permane il suo sguardo, mentre avanza verso il proprio tavolo, centrale, visibile, al fianco sbattendo il foder vuoto di una spada, ed un brocchiero...

mokarta [Scale] scende in maniera regale l'ampia scalinata che conduce alla sala, il passo solenne, le spalle scoperte ed un abito da sera che lascia scoperta la schiena, i capelli non del tutto alzati, solo qualche ciocca a coprire la nuca. Con una mano la giovane tiene un lembo del lungo abito da sera, viola notte, che mostra generosamente non solo le scapole e la schiena della figura esile ed alta, giù quasi fino ai lombi. La scollatura elegante mette in evidenza le generose forme dei seni che plasmano il velluto scuro il cui lembo va a toccare il gioiello che mai la ragazza sembra abbandonare. Le mani libere contrastano con le braccia sapientemente ricoperte di velluto che dipartendosi dal dito medio risale fin oltre il gomito fasciando le esili braccia bianche.

Le Cameriere partono a stormo tutte da dietro il bancone, dopo che gli avventori si sono saziati dell'aperitivo e dell'antipasto cominciano a serevire tutti contemporaneamente, per non lasciare scontento nessuno. Arriva assieme al vassoio su cui sono appoggiati i fini piatti fumanti, una piccola pergamena con la descrizione della pietanza. Asteraceo Indico Pastellato, croccantissime frittelle della dimensione di due monete, fritte, profumatissime, orientalegganti ed odorose, la cuoca comunica che son fatte con dei fiori, del buon ron e uova esotiche.

Fiore alza quindi lo sguardo versoa cameriera, che posa sul tavolo, dinnanzi a se, la pietanza, invitante e della presenza della ragazza mascherata ne approfitta ora per ordinar da bere, un bicchiere di vino bianco, prima di tornare a volgere il volto, sollevato, sorridente ora, verso la sala tutta, i nuovi bardi, le cameriere impegnate, gli avventori, ed i loro discorsi mormorati... in tutto questo, godendosi l'aroma delle frittelle, attendendo il vino...

mokarta attraversa la sala raggiante ed altera, lo sguardo come a cercare conforto nel volto di persone conosciute, la musica dolce avvolge l'atomsfera brulicante. Qualche sguardo di ammirazione si leva, ma lei è impassibile e avanza, nel brulichio, la voce e il volto noto di Messere Molini, che ordina del vino bianco.

Fiore ordinata la propria bevanda, attendendo che giunga prima di inizire volge lo sguardo attorno a se, sul gruppo che già ha iniziato, alle dolci melodie prodotte donando orecchio mentre occhio dona agli altri occupanti della sala, che già iniziano a gustar le pietanze servite... donando al mercenario gola, e desiderio di assaggiare le focaccine... prima che qualcosa... qualcuno lo distolga da questi desideri...

Mokarta, che vede entrare, bella come mai la vide, pronta per un banchetto, per una festa degna di un palazzo nobiliare... e lentamente si alza, verso di lei un ampio sorriso volgendo, nel mormorarle "buona serata Madonna Mokarta" un pofondo inchino offrendole.

mokarta: Quale immensopiacere, trovarvi quì questa sera - proferisce l'altera donna che offre al gentiluomo la mano come per riceverne le giuste riverenze - aria di festa, la nostra Ophala ci tratta proprio bene.

Fiore: Decisamente, ci tratta bene... - risponde alla nobildonna, allungando la destra, denudata dal guanto ad avvolgere la mano di lei, gentilmente, avvicinando le proprie labbra ad essa, a sfiorarne le nocche, nel rialzarsi lentamente, lo sguardo posando infine negli occhi di lei... tornando solo allora, a mormorare - ma del resto è per questo che alloggio qui... comunque, Voi... vi prego di lasciarmi dire, siete incantevole stasera, e sarebbe per me un immenso onore averVi al mio tavolo... se solo voleste accettar il mio umile invito.

mokarta: Come potere rifiutare, tutto sembra delizioso - e accompagnata la sedia dal mercante, si siede - questa musica è incantevole, oggi quà sembra tutto diverso, cosa ne pensate? - scorgendo il piatto ancora intatto - Messere, siete di cattivo appetito, ma di grandi lusinghe, mi son giusto messa la prima cosa che ho trovato nel mio baule, prego mangiate, io aspetterò di essere servita. Fate pure.

Solerte una cameriera porta da bere per entrambe e una seconda serve la pietanza alla nuova commensale.

Fiorediscosta, e riaccompagna una sedia, per la nobildonna, a fianco del propio posto che rapido, e graziosamente, riprende, vedendosi or imprvvisamente servire da una cameriera la bevanda richiesta, un altro bicchiere di vino per Mokarta, e per lei, ancora, un altro piatto delle focaccine che egli ha lasciato intonse, attendendo... e mormora ora in risposta alle parole di lei, amabile e dice: non è l'appetito che mi manca, ma il giusto accompagnamento, la giusta compagnia... Voi... - e ciò dicendo, prende ora il proprio bicchiere di vino, alzandolo, e concludendo con un - e con la Vostra compagnia ora, posso iniziar a gustare queste pietanze, deliziose, come la Vostra compagnia.

mokarta: Messere la ridondanza delle vostre parole - dice la nobildonna alzando il calice, ma senza fare alcun gesto che l'uomo riconosca come segno di risposta al suo brindisi - è seconda solo alla bellezza dei vostri lineamenti, anche quella cicatrice li arricchisce - e ancora induga a bere attendendo il primo sorso del convitato - un giorno... - esita - un giorno me ne parlerete, se lo riterrete opportuno.

Fiore ascolta le parole della donna, come a berne, così come par bere dei lineamenti di lei, amabile il sorriso che le volge, macchiato di malizia, una malizia che si ripresenta, comunque quasi impercettibile, nelle parole che le mormora, in risposta - un giorno - mormorate, accompagnate dal movimento della mano i lui con cui alza maggiormente il bicchiere, prima di portarlo alle labbra, ed attender simil gesto di lei, prima di prenderne il primo sorso.


mokarta intuisce che per cavalleria, l'uomo attende bruscamente che ella beva per prima, e quindi porta il bicchiere alle labbra per accettare l'invito e il brindisi di questo bizzarro e tutt'alto che sgradevole uomo, con il quale ormai siede spesso a tavolo, scambiando quattro chiacchiere...

Fiore vedendo dunque la dama accettare il brindisi, beve il proprio primo, corto, sorso, in seguito scostando lentametne il bicchiere dalle labbra, posandolo nuovamente sul tavolo, lo sguardo, sempre fisso in quello di lei, sempre macchiato di malizia, nel mormorare poi: direi dunque, di iniziare ad assaggiar queste pietanze così amorevolmente preparate dalle cuoche, o Ophala potrebbe aversene a male...

mokarta: Avete ragione messere, oltretutto questa pietanza la conosco, proviene dall'oriente è veramente deliziosa - attende il primo boccone del commensale, o forse si perde in uno sguardo un po' troppo penetrante e indagatore - provatele, porvatele, sono sicura dal profumo che la cuoca ha abbondato con il ron o rhum, come si dice dalle nostre parti. - Quando una dama parla a manetta è imbarazzata, Mokarta datti un contegno, respira - Dolce e salato assieme.

Fiore: Assaggerò, assaggerò... - mormora ora allungando la destra a prendere con due dita una delle frittelle, avvicinandola poi alla bocca ma, fermandosi per mormorare - sarà interessante... non ho mai... mangiato, del Ron... solo bevuto... - e ciò detto, mantenendolo sguardo in quello di lei, ae le labbra quel tanto che basta per infilarvi la frittella, prendendo dunque a masticare, assaporandola, e socchiudendo infine gli occhia perdersi nel misto di sapori... e di profumi... riaprendoli solo lunghi secondi dopo, per riposarli in quelli di lei... mormorando - avevate ragione... è deliziosa...

mokarta porta alle labbra una frittella e la morde elegantemente, il boccone piccolo viene masticato ed assaporato «Queste frittelle sono fatte con petali di Crisantemo Imperiale Giapponese, da noi si usa farle con i petali del cappero, però così mi sembrano altrettanto croccanti e delicate, non trovare» commenta per rompere il silenzio e l'imbarazzo, la giovane donna.

Fiore deglutisce, e sgrana leggermente gli occhi il mercenario... ancora sorridendo, una punta di divertimento ora, nel sentire la descrizione della pietanza che ha appena assaggiato, nel rispondere ora: il... Crisantemo?... Beh, avevo sentito che era un fiore importante, simbolo di immortalià in certi paesi e, per questo, anche questo, l'ho adottato come simbolo della mia compagnia ma... non credevo che... si usasse anche in cucina... così come, il fiore, del cappero...
Leggermente confuso mormora, una mano, le dita, portando a stringere un'altra frittella, che ora solleva leggermente, portandovi lo sguardo, come ad esaminarla, ma leggermente, palesemente, imbarazzato...


Un nuovo stormo di Cameriere che camminano in coppia viene a riprendere le stoviglie e a servire la nuova pietanza, una zuppa rossastra, molto densa, l'odore è delicato, ma il colore, è sanguigno, sembra del latte colorato e profumatissimo, ma denso. Assieme ogni ciotola viene servita su di un piatto più grande ed è poggiata su di un cilindro forato. Sul piatto vi sono diversi crostini di pane da intingere nella zuppa, e una piccola pergamena su cui è possibile leggere: Supe de Malva avec Capsicum frutescens. Attenzione, per palati fini e per palati forti. Nel momento in cui tutte le pietanze sono in tavola un rumore particolare distrae tutti, anche la musica si ferma per un attimo, tutte le luci della sala si spengono, ma i cilindri si illuminano in ogni piatto, si accende una candela come per magia, per tenere calda la vivanda profumata.

La sala immersa nel lucore di tanti lumini è suggestiva e la musica avvolge gli avventori come un manto caldissimo.

Fiore si distrae dall'osservar la fanciulla ora, mentre nuovamente cameriere su cameriere mascherate escono dalla cucina portando la nuova portata, interessante il colore, l'aroma, la disposizione, la descrizione... ma nessuno di essi riesci a prendere, a catturare l'attenzione del mercenario come gli occhi della nobildonna... se non, improvvisamente, lo spegnersi delle luci, l'oscurità, per un attimo, scacciata poi dai lumini sotto ai piatti... e trattiene il fiato nel veder questo il mercante, lo trattiene il mercenario... per poi rilasciarlo in un lieve sospiro, un sorriso, ed un sussurro: questa volta, Ophala si è proprio superata...

mokarta legge il bigliettino al chiarore della candela e prova ad intingere il crostino di pane della zuppa calda e fumante. Al primo boccone il volto della giovane donna si imporpora e forse per il lucore delle basse candele o forse per qualche memoria del passato, gli occhi della giovane si imperlano di lacrime, mentre fissa impietrita il giovane mercante, elegante e sempre disponibile.

Fiore osserva quindi la fanciulla di gentil stirpe, la osserva mentre prende il crostino, ancora, attendendo, la osserva intingerlo nel iquido rosso, ed assaggiarlo ed il volto di lei, improvvisamente colorarsi di rosso, gli occhi, fissi su di se, divenir lucidi, umidi di lacrime, e mentre ora lui stesso alla una mano a prendere il crostino, curioso di assaggiar questa pietanza, ancor più curioso delle condizioni di lei, mormora: Madonna, cosa Vi accade?... Qualcosa, qualcosa nella pietanza, non va?

mokarta: Messere! - Il viso di lei è esterrefatto e perde la sua grazia - credo che dovrò assentarmi per qualche istante, la pietanza, sebbene sia gustosissima è molto piccante, e benché io gradisca in genere, questa travalica ogni mia possibilità di sopravvivenza! - nel fare questo prende il bicchiere del vino e ne beve un ampio sorso. Fatto ciò, si scusa e si alza, precedendo qualsiasi gesto cavalleresco, chiede congedo e svanisce su per le scale con incedere affrettato, ma composto.


Fiore osserva stupito la fanciulla alzarsi, scusarsi, e correr quasi ora verso le scale, su per le scale... la osserva e dice: Madonna Mokarta, Vi rpego, lasciare che Vi accompagni... - mormora, rap infine muovendosi, lasciando ricadere il crosino nella ciotoa, mentre su per le scale si precipita, dietro alla nobildonna.

PS: un grandissimo grazie a Fiore Molini che ha partecipato alla mia prima quest in pseudo versione da DM. Ragazzi assaggiate sempre prima delle vostre compagne una pietanza, prima che succeda una cosa del genere sinceratevi che sia commestibile!

SMAK