29.3.07

Riapriamo battenti

In questi giorni il mio pensiero è sovente tornato a queste pagina, proprio ieri alcune nozioni contenute in queste pagine mi sono servite utili per una ricerca di una ragazza (sul cacao), poi oggi su radio 3 rai c'era una discussione sui DICO affrontata da scrittori di blog quale io sono, quindi ho fatto un salto su questa pagina per buttar giù qualche riflessione, ma prima di addivernire a cotanti pensieri vorrei ringraziare sentitamente gli inveterati amici che in questo mio blog hanno lasciato i loro auguri per la mia laurea, sono sempre nel mio cuore e sono avvertiti del fatto che la mia esperienza di bloggher è confluita anche nel lavoro finale che ha riscosso molto successo sia in sede d'esame sia tra le persone che si sono interessate a leggerlo successivamente.

Ma ecco quale è il VinSaint-pensiero rispetto ai DICO, tempo fa mi è capitato di incontrare il presidente dell'A.Ge.D.O. di Palermo che avevo già visto in una trasmissione del Vespacchione nazionale, la Signora Marceca, molto energicamente, sta portando avanti non solo una azione di supporto per le famiglie, ma ha anche aderito (trasciando con se molti firmatari) ad un MANIFESTO PER L'EGUAGLIANZA DEI DIRITTI, che ci sembra una iniziativa dagli intenti pregevoli, attorno al XXXVIII parallelo ricordo che alcuni degli amici già in passato si erano occupati di PACS, matrimoni di nuova generazione e quant'altro e il riscontro era già stato notevole.

Il sottoscritto proviene da una famiglia vecchio stampo che solidamente è sopravvissuta al bene e al male, nella salute e nella malattia... Ma la domanda che mi pongo è questa: è ancora possibile in questa società un legame di questo genere? Con una precarietà di condizioni economiche e sentimentali si può fare ancora dello status anagrafico di coniugato o meno un discriminante?

Nel messaggio postato dalla redazione di Fahreneit sul forum all'indirizzo: http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/forum_show_msg.cfm
testualmente si legge:

I vescovi italiani nella Nota diffusa a proposito dei Dico, affermano che "I cristiani sono tenuti ad obbedire al magistero della Chiesa senza appellarsi al principio del pluralismo e dell'autonomia dei laici in politica". Come difendere la famiglia?

E la mia ulteriore domanda è: ma possiamo ancora far sottostare le nostre politiche sociali-economiche-militari-anagrafiche alle decisioni della Chiesa? Quanti errori ha commesso la Chiesa che è fatta di uomini come noi e quindi fallibile e peccatrice?