24.2.05

Nunc pede libero pulsanda tellus (un'altro esbat x festeggiare)

È mattino presto, la febbriciattola di ieri sera mi aveva messo l'intenzione di non andare a scuola.
Suona il campanello di casa, è Lui, dico proprio LUI, non ci voleva, adesso che vuole? Gli dico di entrare e scendo, la casa è calda e io sono con un magliettone grande con cui passo la notte, i capelli raccolti e senza un filo di trucco. »Ho problemi ad andare a scuola, pensavo che tu fossi pronta e passando potevi accompagnarmi, come mai sei ancora così?« e guarda il mio corpo quasi completamente nudo con soddisfazione, rispondo »Non andiamo a scuola, oggi, ho altri progetti...« si avvicina e mi da un dolce bacio per salutarmi, sento sciogliermi sotto il calore delle sue labbra, istintivamente lo stringo a me e mi lascio andare in un bacio più appassionato. Le mie mani tra i suoi capelli che adoro, il profumo della sua pelle, i vestiti che cominciano a volare via, e il tappeto che diventa un ring per le nostre lotte. Penso che non devo, ma in questo momento non mi sovviene il perché, allora arriva l'abbandono e le sue labbra cominciano a percorrere il mio corpo, senza che io opponga la minima resistenza, la maglietta è sul divano i suoi vestiti sparsi tutto intorno, mordo le sue spalle che stanno crescendo sempre di più, sappiamo entrambe cosa vogliamo, sappiamo entrambe che oggi è una festa particolare, il desiderio nei suoi occhi, la vertigine della sua stretta amorosa, la mia schiena che si inarca e la sua pella liscia sulla mia. I suoi muscoli, proporzionati e guizzanti, le sue mani che esplorano i miei fianchi e il vigore dei suoi baci che mi rende ancora più lasciva...

Ora sono con la mia fida sigaretta a raccontarvi che questo giorno non poteva cominciare meglio, mi ero trattenuta fin troppo nelle scorse settimane, e il brufolo che avevo sul naso stamattina appena sveglia sembra essersi riassorbito, non sento il dolorino residuo dello strappo al polpaccio e mentre tiro l'ennesima boccata di fumo mi sto stirando elastica come una gatta.
Cosa fare adesso? Mi tocca preparare l'adunanza di amici per festeggiare, questa notte, come si conviene.

22.2.05

ritmi e biortimi

Spesso ho parlato di ruote che girano, per ora la mia ruota (rotula) cigola parecchio e mi impedisce il ritmo consueto a cui mi muovo, ma ora dico basta, non ce la faccio più, la discussione su di una tesina è ormaiprossima, il materiale raccolto è sufficiente, il testo lo sto stilando e devo farcela nel giro di questa settimana. Devo riprendere a frequentare l'università, devo riprendere in mano la situazione lavoro e giornale, di modo che anche la ruota economica abbia un impulso per girare. Ora Basta, lo so, lo sto dicendo molte volte, devo convincermi, devo superare il cigolio e il dolore di questo giunto cardanico fastidiosamente logorato, e via!

Ho bisogno di ritmo, del mio ritmo, ho messo un vecchio pezzo di Riondino, si chiama Africa, era la sigla di Zanzibar, telefilm di comici con lo stesso Riondino, Bisio, e la Finocchiaro... Un ritmo gitano nomade come me:

Gioco a risico, passo serate con gli amici, sempre i soliti, guardo i giornali i giornali e avolte penso che forse c'è bisogno come in un sogno di cannoniere, ed atti di pirateria, portarti via...
forse meglio così che restare da soli in birreria.
Un atto di pirateria, portarti via, provare a vivere, via da questo bar, verso i profumi di Zanzibar!

20.2.05

Gli uomini e la buona creanza...

Nel freddo paese di Neverwinter arriva un piccolo gruppo di musicisti, bardi di consumata esperienza con strumenti a molto particolari e ben temperati. Opahla ha organizzato per intrattenere i suoi clienti una loro esibizione dal vivo. Prima che la cena sia servita nella sala "ampietas" i musicisti si dispongono e cominciano ad accordare gli strumenti. Dalla cucina giungono i rumori di pentole e pentolaccie, rimestare e qualche scodella che cade nella premura della granserata. Viene imbandita sul bancone una serie di piccoli assaggi di focaccia o pane con intingoli strani o muscoli di vari animali salati ed essiccati, poi tagliati in maniera molto sottile. Le fettine sottilissime e il pane intingolato sono tenuti da sottili scheggie di canna. Si vedono colori straordinari sul bancone e le caraffe sono odorose e piene, le cameriere stanno mettendo dei bicchieri già pieni a disposizione di coloro che scendono dalle camere. Intanto qualche nota comincia a scappare dagli strumenti che vengono pizzicati.

mokarta [Stanza] alla fioca luce di poche candele un corpo nudo di donna esce da una tinozza fumante, le carni chiarissime ed esili, i capelli raccolti a crocchia, la gufa porta un telo molto grezzo di cotone alla sua padrona, lasciandolo cadere sulle sue braccia tese. La pelle tersa e profumata promana ancora un poco di vapor acqueo, mentre la ragazza si asciuga tamponandosi leggermente. Dal basso provengono delle note strane, come di bardi che accordano i loro strumenti. Le luci delle candele si moltiplicano nella specchiera che ora riflette il sembiante della giovane aristocratica. Con un gesto della mano, Mokarta scioglie i capelli che ricadono dolcemente sulle spalle, come a coprire un segno particolare sulla nuca. »Forse ci sarà una festa questa sera è bene che prenda l'abito migliore« pensa tra se e se la bellissima ragazza stendendo un unguento profumato sulla pelle e colorando di mattone le labbra, di melagrana le gote e di blu notte le palpebre, con tocchi leggeri e sapienti.

Fiore infilati dietro la cintura se ne stanno i guanti di cuoio, anch'essi di buona fattura, ma decisamente più funzionali ed utilizzati degli abiti che indossa, seppur la praticità permei come l'eleganza ogni cosa che ricopre il mercenario vestito da mercante... che avanza ora per la sala, qua e la muovendo, volgendo gli occhi di smeraldo, il volto rasato, segnato sulla gota sinistra da una lieve cicatrice... osservando, i volti nuovi e vecchi di avventori... e il nuovo gruppo di bardi... le improvvisazioni che nascono dall'accordatura degli strumenti... e su di essi permane il suo sguardo, mentre avanza verso il proprio tavolo, centrale, visibile, al fianco sbattendo il foder vuoto di una spada, ed un brocchiero...

mokarta [Scale] scende in maniera regale l'ampia scalinata che conduce alla sala, il passo solenne, le spalle scoperte ed un abito da sera che lascia scoperta la schiena, i capelli non del tutto alzati, solo qualche ciocca a coprire la nuca. Con una mano la giovane tiene un lembo del lungo abito da sera, viola notte, che mostra generosamente non solo le scapole e la schiena della figura esile ed alta, giù quasi fino ai lombi. La scollatura elegante mette in evidenza le generose forme dei seni che plasmano il velluto scuro il cui lembo va a toccare il gioiello che mai la ragazza sembra abbandonare. Le mani libere contrastano con le braccia sapientemente ricoperte di velluto che dipartendosi dal dito medio risale fin oltre il gomito fasciando le esili braccia bianche.

Le Cameriere partono a stormo tutte da dietro il bancone, dopo che gli avventori si sono saziati dell'aperitivo e dell'antipasto cominciano a serevire tutti contemporaneamente, per non lasciare scontento nessuno. Arriva assieme al vassoio su cui sono appoggiati i fini piatti fumanti, una piccola pergamena con la descrizione della pietanza. Asteraceo Indico Pastellato, croccantissime frittelle della dimensione di due monete, fritte, profumatissime, orientalegganti ed odorose, la cuoca comunica che son fatte con dei fiori, del buon ron e uova esotiche.

Fiore alza quindi lo sguardo versoa cameriera, che posa sul tavolo, dinnanzi a se, la pietanza, invitante e della presenza della ragazza mascherata ne approfitta ora per ordinar da bere, un bicchiere di vino bianco, prima di tornare a volgere il volto, sollevato, sorridente ora, verso la sala tutta, i nuovi bardi, le cameriere impegnate, gli avventori, ed i loro discorsi mormorati... in tutto questo, godendosi l'aroma delle frittelle, attendendo il vino...

mokarta attraversa la sala raggiante ed altera, lo sguardo come a cercare conforto nel volto di persone conosciute, la musica dolce avvolge l'atomsfera brulicante. Qualche sguardo di ammirazione si leva, ma lei è impassibile e avanza, nel brulichio, la voce e il volto noto di Messere Molini, che ordina del vino bianco.

Fiore ordinata la propria bevanda, attendendo che giunga prima di inizire volge lo sguardo attorno a se, sul gruppo che già ha iniziato, alle dolci melodie prodotte donando orecchio mentre occhio dona agli altri occupanti della sala, che già iniziano a gustar le pietanze servite... donando al mercenario gola, e desiderio di assaggiare le focaccine... prima che qualcosa... qualcuno lo distolga da questi desideri...

Mokarta, che vede entrare, bella come mai la vide, pronta per un banchetto, per una festa degna di un palazzo nobiliare... e lentamente si alza, verso di lei un ampio sorriso volgendo, nel mormorarle "buona serata Madonna Mokarta" un pofondo inchino offrendole.

mokarta: Quale immensopiacere, trovarvi quì questa sera - proferisce l'altera donna che offre al gentiluomo la mano come per riceverne le giuste riverenze - aria di festa, la nostra Ophala ci tratta proprio bene.

Fiore: Decisamente, ci tratta bene... - risponde alla nobildonna, allungando la destra, denudata dal guanto ad avvolgere la mano di lei, gentilmente, avvicinando le proprie labbra ad essa, a sfiorarne le nocche, nel rialzarsi lentamente, lo sguardo posando infine negli occhi di lei... tornando solo allora, a mormorare - ma del resto è per questo che alloggio qui... comunque, Voi... vi prego di lasciarmi dire, siete incantevole stasera, e sarebbe per me un immenso onore averVi al mio tavolo... se solo voleste accettar il mio umile invito.

mokarta: Come potere rifiutare, tutto sembra delizioso - e accompagnata la sedia dal mercante, si siede - questa musica è incantevole, oggi quà sembra tutto diverso, cosa ne pensate? - scorgendo il piatto ancora intatto - Messere, siete di cattivo appetito, ma di grandi lusinghe, mi son giusto messa la prima cosa che ho trovato nel mio baule, prego mangiate, io aspetterò di essere servita. Fate pure.

Solerte una cameriera porta da bere per entrambe e una seconda serve la pietanza alla nuova commensale.

Fiorediscosta, e riaccompagna una sedia, per la nobildonna, a fianco del propio posto che rapido, e graziosamente, riprende, vedendosi or imprvvisamente servire da una cameriera la bevanda richiesta, un altro bicchiere di vino per Mokarta, e per lei, ancora, un altro piatto delle focaccine che egli ha lasciato intonse, attendendo... e mormora ora in risposta alle parole di lei, amabile e dice: non è l'appetito che mi manca, ma il giusto accompagnamento, la giusta compagnia... Voi... - e ciò dicendo, prende ora il proprio bicchiere di vino, alzandolo, e concludendo con un - e con la Vostra compagnia ora, posso iniziar a gustare queste pietanze, deliziose, come la Vostra compagnia.

mokarta: Messere la ridondanza delle vostre parole - dice la nobildonna alzando il calice, ma senza fare alcun gesto che l'uomo riconosca come segno di risposta al suo brindisi - è seconda solo alla bellezza dei vostri lineamenti, anche quella cicatrice li arricchisce - e ancora induga a bere attendendo il primo sorso del convitato - un giorno... - esita - un giorno me ne parlerete, se lo riterrete opportuno.

Fiore ascolta le parole della donna, come a berne, così come par bere dei lineamenti di lei, amabile il sorriso che le volge, macchiato di malizia, una malizia che si ripresenta, comunque quasi impercettibile, nelle parole che le mormora, in risposta - un giorno - mormorate, accompagnate dal movimento della mano i lui con cui alza maggiormente il bicchiere, prima di portarlo alle labbra, ed attender simil gesto di lei, prima di prenderne il primo sorso.


mokarta intuisce che per cavalleria, l'uomo attende bruscamente che ella beva per prima, e quindi porta il bicchiere alle labbra per accettare l'invito e il brindisi di questo bizzarro e tutt'alto che sgradevole uomo, con il quale ormai siede spesso a tavolo, scambiando quattro chiacchiere...

Fiore vedendo dunque la dama accettare il brindisi, beve il proprio primo, corto, sorso, in seguito scostando lentametne il bicchiere dalle labbra, posandolo nuovamente sul tavolo, lo sguardo, sempre fisso in quello di lei, sempre macchiato di malizia, nel mormorare poi: direi dunque, di iniziare ad assaggiar queste pietanze così amorevolmente preparate dalle cuoche, o Ophala potrebbe aversene a male...

mokarta: Avete ragione messere, oltretutto questa pietanza la conosco, proviene dall'oriente è veramente deliziosa - attende il primo boccone del commensale, o forse si perde in uno sguardo un po' troppo penetrante e indagatore - provatele, porvatele, sono sicura dal profumo che la cuoca ha abbondato con il ron o rhum, come si dice dalle nostre parti. - Quando una dama parla a manetta è imbarazzata, Mokarta datti un contegno, respira - Dolce e salato assieme.

Fiore: Assaggerò, assaggerò... - mormora ora allungando la destra a prendere con due dita una delle frittelle, avvicinandola poi alla bocca ma, fermandosi per mormorare - sarà interessante... non ho mai... mangiato, del Ron... solo bevuto... - e ciò detto, mantenendolo sguardo in quello di lei, ae le labbra quel tanto che basta per infilarvi la frittella, prendendo dunque a masticare, assaporandola, e socchiudendo infine gli occhia perdersi nel misto di sapori... e di profumi... riaprendoli solo lunghi secondi dopo, per riposarli in quelli di lei... mormorando - avevate ragione... è deliziosa...

mokarta porta alle labbra una frittella e la morde elegantemente, il boccone piccolo viene masticato ed assaporato «Queste frittelle sono fatte con petali di Crisantemo Imperiale Giapponese, da noi si usa farle con i petali del cappero, però così mi sembrano altrettanto croccanti e delicate, non trovare» commenta per rompere il silenzio e l'imbarazzo, la giovane donna.

Fiore deglutisce, e sgrana leggermente gli occhi il mercenario... ancora sorridendo, una punta di divertimento ora, nel sentire la descrizione della pietanza che ha appena assaggiato, nel rispondere ora: il... Crisantemo?... Beh, avevo sentito che era un fiore importante, simbolo di immortalià in certi paesi e, per questo, anche questo, l'ho adottato come simbolo della mia compagnia ma... non credevo che... si usasse anche in cucina... così come, il fiore, del cappero...
Leggermente confuso mormora, una mano, le dita, portando a stringere un'altra frittella, che ora solleva leggermente, portandovi lo sguardo, come ad esaminarla, ma leggermente, palesemente, imbarazzato...


Un nuovo stormo di Cameriere che camminano in coppia viene a riprendere le stoviglie e a servire la nuova pietanza, una zuppa rossastra, molto densa, l'odore è delicato, ma il colore, è sanguigno, sembra del latte colorato e profumatissimo, ma denso. Assieme ogni ciotola viene servita su di un piatto più grande ed è poggiata su di un cilindro forato. Sul piatto vi sono diversi crostini di pane da intingere nella zuppa, e una piccola pergamena su cui è possibile leggere: Supe de Malva avec Capsicum frutescens. Attenzione, per palati fini e per palati forti. Nel momento in cui tutte le pietanze sono in tavola un rumore particolare distrae tutti, anche la musica si ferma per un attimo, tutte le luci della sala si spengono, ma i cilindri si illuminano in ogni piatto, si accende una candela come per magia, per tenere calda la vivanda profumata.

La sala immersa nel lucore di tanti lumini è suggestiva e la musica avvolge gli avventori come un manto caldissimo.

Fiore si distrae dall'osservar la fanciulla ora, mentre nuovamente cameriere su cameriere mascherate escono dalla cucina portando la nuova portata, interessante il colore, l'aroma, la disposizione, la descrizione... ma nessuno di essi riesci a prendere, a catturare l'attenzione del mercenario come gli occhi della nobildonna... se non, improvvisamente, lo spegnersi delle luci, l'oscurità, per un attimo, scacciata poi dai lumini sotto ai piatti... e trattiene il fiato nel veder questo il mercante, lo trattiene il mercenario... per poi rilasciarlo in un lieve sospiro, un sorriso, ed un sussurro: questa volta, Ophala si è proprio superata...

mokarta legge il bigliettino al chiarore della candela e prova ad intingere il crostino di pane della zuppa calda e fumante. Al primo boccone il volto della giovane donna si imporpora e forse per il lucore delle basse candele o forse per qualche memoria del passato, gli occhi della giovane si imperlano di lacrime, mentre fissa impietrita il giovane mercante, elegante e sempre disponibile.

Fiore osserva quindi la fanciulla di gentil stirpe, la osserva mentre prende il crostino, ancora, attendendo, la osserva intingerlo nel iquido rosso, ed assaggiarlo ed il volto di lei, improvvisamente colorarsi di rosso, gli occhi, fissi su di se, divenir lucidi, umidi di lacrime, e mentre ora lui stesso alla una mano a prendere il crostino, curioso di assaggiar questa pietanza, ancor più curioso delle condizioni di lei, mormora: Madonna, cosa Vi accade?... Qualcosa, qualcosa nella pietanza, non va?

mokarta: Messere! - Il viso di lei è esterrefatto e perde la sua grazia - credo che dovrò assentarmi per qualche istante, la pietanza, sebbene sia gustosissima è molto piccante, e benché io gradisca in genere, questa travalica ogni mia possibilità di sopravvivenza! - nel fare questo prende il bicchiere del vino e ne beve un ampio sorso. Fatto ciò, si scusa e si alza, precedendo qualsiasi gesto cavalleresco, chiede congedo e svanisce su per le scale con incedere affrettato, ma composto.


Fiore osserva stupito la fanciulla alzarsi, scusarsi, e correr quasi ora verso le scale, su per le scale... la osserva e dice: Madonna Mokarta, Vi rpego, lasciare che Vi accompagni... - mormora, rap infine muovendosi, lasciando ricadere il crosino nella ciotoa, mentre su per le scale si precipita, dietro alla nobildonna.

PS: un grandissimo grazie a Fiore Molini che ha partecipato alla mia prima quest in pseudo versione da DM. Ragazzi assaggiate sempre prima delle vostre compagne una pietanza, prima che succeda una cosa del genere sinceratevi che sia commestibile!

SMAK

16.2.05

Ma che Lupercalia e Lupercalia...

Oh, finalmente non se ne sente parlare più di San Valentino e San Faustino! Ma lasciateci in pace! Babbo Natale non legge più le mie letterine, perché è troppo impegnato a fare da sponsor alla Cola più famosa del mondo; la befana, mi ha abbandonato e non so che cosa fa, magari le si è fermata la scopa che le aveva prestato Grimilde, e io che gliel'avevo detto che aveva problemi con la pedaletta! Sono stanco delle vittime del consumismo, per attaccare bottone con me mi chiedono se il mio lettore mp3 di marca sia un iPod, che è più famoso e pubblicizzato, ma ovviamente non sanno nemmeno com'è fatto o che forma abbia visto che il mio sembra un mezzo portachiavi! Basta, basta, BAAASTAAA!!! Lasciateci andare, non voglio la suoneria polifonica dei vecchietti che cantano richupforthesunrise, non voglio lo sfondo con mio nome suo nome, perché non c'ho nessun'altro nome da mettere sotto, e se ce l'avessi non lo metterei sul cellulare che già tanto detesto quando suona! Ma basta con la pubblicità dei pannoloni e degli assorbenti mentre sto mettendo dentro il primo boccone, mentre quella poveretta deve stare tra le scimmiette e tutta la nazione vede perfettamente che quella trasmissione non piace manco a lei che la conduce, e ora in dietro nel tempo, con Geggia, ma quanti anni era che non se ne sentiva parlare! Ma dove siamo arrivatiiiiiii! Basta, basta con queste carovane di saltimbanchi mal riusciti, meglio farebbe credo l'innamorato di Silka che ancora non ha subìto il plagio di qualche accademia della De Filippi!!! E noi ancora a pensare a quel Saranno Famosi (Fame) in cui un pizzico di umanità traspariva, e oggi ci sono mille sponsor, le mutande firmate che devono vedersi in ogni puntata, la macchina e l'abbigliamento sportivo!!! E poi se vado a prendere a scuola qualche amico più giovane mi vedo quelle poverette tutte con l'ombellico di fuori che a 20 anni soffriranno di lombosciatalgia cronica! Mammamia che tragedia poi quelle che non possono permetterselo e hanno la ciccia che gli straborda, oh mamma! Io non sono uno che guarda le sifilitiche, perché credo che appoggiando dolcemente una mano su di una donna non devo avere la sensazione di passare su di uno xilofono! Ma se non potete permettervi una moda, ci sono mille alternative! Ho delle amiche e delle conoscenti molto affascinanti che non si sognerebbero mai di mettersi un pantalone e una maglietta di tale foggia, e fanno benissimo, hanno dei bei ragazzi e tutta la mia stima, non si sentono inferiori, e sanno di essere diverse, questo lo ammiro!

10.2.05

Carnevale... e anche questo è andato!

L'abbiamo sentito veramente poco questo carnevale, soprattutto da queste parti. Sono ancora un poco zoppicante, ma non ho rinunciato al piacere di andare a ballare almeno una sera. La comitiva era sempre la stessa, e ci siamo divertiti oltremodo con trucco e parrucco, forse era proprio quello il nostro carnevale! I modelli che ci hanno ispirato? Regan dell'esorcista, le copertine dei Kiss, il dr. Frank'nFurter del RHPS, Robert Smith dei Cure, cosa hanno in comune? beh, basta vedere qualche foto che mi sono permesso di mettere assieme, per capire. Anzi, visto che ho qualche momento di pausa mi permetto di presentarvi la rivista Make-Up!
Se avessi avuto la macchinetta digitale al posto di queste di repertorio ci sarebbero state le nostre, ma sarà per la prossima volta!




Nota a margine, per Bjorkonsol: se mi hai visto pensieroso, quella sera, non farci caso, pensavo a quando giravo, anni fa, la riviera truccato "come in una copertina dei Kiss" e per non disfarmi il trucco giocavo non solo con gli sguardi e con le mani della persona che c'era al mio fianco, ma il tempo corre maledettamente, e ha tanto senso del teatro. Lo scorso carnevale ero disperato ma sono risorto dalle ceneri perché non ero solo e in lei trovai molta forza. Quest'anno col pastorale per appoggiarmi stanco di tutte le lotte fatte ma pronto per quelle a venire!

2.2.05

Tira un d20 anche tu!

Forse non c'avete mai fatto caso, o forse vi chiedete ancora cosa significhi la frase "non aspettatevi troppo dalla fine del mondo", beh è una specie di paradosso. Di apocalittici ne girano troppi e come decano girovago dei culti, mi sono fatto qualche idea in proposito, summa di questo mio pensiero è proprio il sottotitolo di questo blog, appena citato. Anche la TV straripa di queste suggestioni, e fortunatamente per noi, l'ultimo sfizio fa ridere tantissimo. Annoiato dal palinsesto di prima serata mi sono tuffato nuovamente su La7 per vedere un gruppetto di abili truffatori, gabbati da una donna stronzissima, ma come potrete intuire non è certo la fine del mondo. Prima di cena ho ricevuto però la graditissima visita di una dolce amica romana, che aveva premura di incontrare altri amici con cui si era data appuntamento per l'ultima puntata di Buffy, che di Apocalissi, sembra sia una esperta. Finito il primo episodio sull'ex Telemontecarlo, ho fatto una capatina, per vedere quali sorprese nascondesse questo finale della cacciatrice di vampiri, ovviamente non mi aspettavo troppo, però prima della sfida finale una scena mi ha piegato in due come un cellulare, anche a casa di Buffy, proprio prima della grande battaglia, i condottieri giocavano a Dungeons & Dragons!!! (Doh!) Quasi quasi per i nostalgici stilo una skeda pg della "vampire slayer" e dei suoi amici, però potrei farlo solo dopo la fine della ormai quasi ultimata tesina sulla teologia mistica da Lutero a Calvino, nel periodo della riforma, che devo discutere tra quattro settimane. Ma allora D&D è solo un fenomeno di costume?! Il gioco esiste da tantissimo tempo, perché ricordo una puntata di non so quale serie televisiva, di quando ero piccolo, in cui gli avventurieri morivano durante le prove che il master chiedeva loro di affrontare. Certo tutt'altro effetto vedere l'Osservatore, arketipo inglese, che tira un d20 (ovvero un dado con 20 facce)! Penso che oggi mi farò un altro pacco di risate commentando la scena con gli amici. La domanda nasce spontanea, ma se magari noi giochiamo ogni tanto per sentirci eroi essendo delle persone comuni, perché loro che nel film sono quanto di più vicino possa essereci in TV ai personaggi di D&D in chiave moderna, prima dello scontro finale sentono il bisogno di calarsi nei panni di giocatori di ruolo?